La costellazione di Orione è una delle più belle e affascinanti costellazioni del cielo invernale. Si trova sull’equatore celeste ed è visibile in tutto il mondo. Il periodo di migliore osservazione per le nostre latitudini è fra novembre e marzo.
La costellazione ci appare con la forma di una clessidra e per riconoscerla è sufficiente individuare le tre stelle allineate Alnitak, Alnilam e Mintaka, che rappresentano la cintura di Orione. Sopra a queste tre stelle si trova Betelgeuse, una stella dal colore arancione, che coincide con la spalla di Orione, mentre sotto la cintura si trova la spada del cacciatore, formata da tre piccole stelle e da due nebulose.
Conosciuta fin dall’antichità, in passato gli arabi identificavano questa costellazione con il gigante Al Giauza, i babilonesi con Marduk e gli egizi con Osiride.
Gli antichi greci la immaginarono come un cacciatore (che Pindaro chiama Oarion, cioè guerriero), un gigante bellissimo, figlio di Poseidone ed Euriale, che sosteneva di poter uccidere qualsiasi animale, anche il più pericoloso.

Del mito di Orione esistono varie versioni (come spesso accade nella mitologia).
Una di queste racconta che Artemide, dea della Luna e della caccia, se ne innamorò e per stare con lui scese sulla Terra. Ogni notte andavano in giro insieme, sotto il chiarore della Luna, condividendo la passione per la caccia. Apollo, il dio del Sole, voleva spezzare quell’amore. Un giorno, mentre Orione nuotava nel mare, Apollo sfidò Artemide nel tiro con l’arco, chiedendole di colpire un puntino luminoso lontano nel mare. La dea, ignara che fosse Orione, lanciò la freccia e lo uccise. Artemide, disperata, chiese allora a Zeus che Orione fosse posto fra le stelle, nel cielo.
Altre leggende raccontano invece che Zeus, per punire Orione della sua presunzione nel ritenersi il più forte, avesse inviato uno scorpione, per ucciderlo con il suo veleno. Poi, in parte pentito della sua azione, Zeus lo fece comparire nel cielo.
Un’altra leggenda narra che Orione, attratto dalla bellezza delle Pleiadi, le inseguì e Artemide, per salvarle da lui, le trasformò in stelle che si trovano nella costellazione del Toro, loro difensore. In molte raffigurazioni, infatti, Orione è rappresentato in lotta con il Toro, e stringe in una mano una clava (o una spada) e nell’altra una pelle di leone (o uno scudo).